Muori ancora: Un caso per Jane Rizzoli e Maura Isles by Tess Gerritsen

Muori ancora: Un caso per Jane Rizzoli e Maura Isles by Tess Gerritsen

autore:Tess Gerritsen [Gerritsen, Tess]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
Tags: Fiction, General, Suspense, Thrillers
ISBN: 9788830442818
Google: J-t9BgAAQBAJ
editore: Longanesi
pubblicato: 2015-03-03T23:00:00+00:00


Nella casa aleggiava ancora odore di morte. Malgrado cadavere e visceri fossero stati portati via da giorni, la decomposizione appestava l’aria con olezzi che si insinuavano nei mobili e nelle fessure, entrando negli armadi e impregnando tappeti e tendaggi. Come il fumo dopo un incendio, il tanfo della putrefazione persiste cocciutamente, senza cedere terreno. Nella casa di Gott aleggiava come un fantasma. La squadra di addetti alle pulizie non era ancora venuta e il pavimento era pieno di impronte sanguinolente. La settimana prima, quando Maura vi era entrata per la prima volta, c’erano agenti e tecnici della Scientifica che parlavano e facevano rumore. Quel giorno, invece, la casa era immersa in un silenzio profondo, rotto soltanto dal ronzare di una mosca che girava a vuoto nel salotto.

Jane posò per terra la scatola di cartone. «Guardiamo in tutte le stanze, a cominciare dal piano di sotto.»

«Perché di colpo mi è venuta in mente la donna morta allo zoo?» chiese Maura.

«Stiamo cercando un gatto, non un leopardo.»

«Anche i gatti sono predatori, in fondo. È nel loro DNA.» Maura si infilò i guanti. «Ho letto un articolo che affermava che i gatti domestici uccidono quasi quattro miliardi di uccelli all’anno.»

«Davvero?»

«È la loro natura: sono silenziosi, agili e velocissimi.»

«In altre parole, acchiapparli è un casino.» Jane sospirò.

«Purtroppo.» Maura prese dalla scatola il telo da bagno che aveva portato per lanciarlo sopra il gatto e avvolgercelo dentro prima di infilarlo nella scatola per evitare di farsi graffiare. «Prima o poi ci sarebbe toccato farlo comunque. Frost non può mica continuare a venire qui tutti i giorni con croccantini e sabbietta. Pensi che lo adotterà?»

«Se lo portiamo al gattile, non ci rivolge più la parola. Te lo dico io: se glielo recapito a casa, lo accoglierà a braccia aperte.»

Si infilarono i guanti e cominciarono la caccia al gatto, sotto lo sguardo critico degli animali impagliati. Jane si mise a quattro zampe per controllare sotto il divano e la poltrona. Maura controllò dentro armadi e credenze. Battendo le mani per liberarsi della polvere si rialzò e guardò la testa di leone africano. I suoi occhi di vetro erano talmente verosimili che pareva lì lì per balzarle addosso.

«Eccolo!» gridò Jane.

Maura si voltò di scatto e vide un’ombra sfrecciare per il salotto e poi su per le scale. Prese la scatola di cartone e seguì Jane di sopra.

«La camera da letto!» gridò Jane.

Entrarono nella stanza e chiusero la porta.

«Okay, è in trappola» disse Jane. «L’ho visto entrare. Dove si è nascosto?»

Maura si guardò intorno. C’erano un letto matrimoniale, due comodini e un grande cassettone. Lo specchio sul muro rifletteva le loro facce rosse e frustrate.

Jane si inginocchiò e guardò sotto il letto. «Qui non c’è» disse.

Maura si voltò verso la cabina armadio, che aveva la porta socchiusa. Era l’unico altro posto in cui la bestiaccia poteva essersi nascosta. Si scambiarono un’occhiata e presero fiato insieme.

«Andiamo!» disse Jane sottovoce, accendendo la luce nella cabina. C’erano giacche, pullover e un numero spropositato di camicie scozzesi. Jane scostò un giaccone imbottito per sbirciare dietro.



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